giovedì 2 ottobre 2025

CONSIDERAZIONI RIGUARDANTI IL MOVIMENTO PRO-PALESTINA E L’ATTENZIONE MEDIATICA SULLA “FLOTTILLA”

 

CONSIDERAZIONI RIGUARDANTI IL MOVIMENTO PRO-PALESTINA  E L’ATTENZIONE MEDIATICA SULLA “FLOTTILLA”

Persone di cui ho grandissima considerazione, sicuramente assai più preparate e informate sui fatti di me (lo fanno per professione, in certi casi) hanno espresso giudizi positivi, di apprezzamento, sul fenomeno della mobilitazione pro-Palestina, naturalmente sottolineandone limiti, rischi, caveat, portando argomenti condivisibili e usando toni che, lo ammetto, mi hanno anche mosso una certa emozione.

Da un lato, il loro principale motivo di soddisfazione è che il Sistema (Occidente-EU-NATO-lobbies globaliste internazionali a trazione sionista) non è riuscito a nascondere l’elefante nella stanza della questione palestinese.

Dall’altro, il principale caveat è il sospetto: il Sistema, non potendo reggere il possente urto, non può fare altro che cavalcarlo, come un surfista cavalca un’anomala onda oceanica: così, liberi tutti, ora se ne può parlare…

Io credo che la prospettiva sia assai peggiore, io credo che il Sistema sia attrezzato (come ci insegna l’agente Smith di Matrix) non solo a passare la nottata, a limitare i danni, ma ad assorbire ogni anomalia, ogni bug al programma, a reintegrarlo e ad appropriarsene per controllarlo.

Creare sfogatoi a vicolo cieco, alimentare battaglie su temi risibili, non-sostanziali (lotta al body shaming, questioni di genere, il colore dei grembiuli a scuola…) per distrarre e deviare la rabbia da questioni decisive che invece la meriterebbero (società del controllo, imposizioni digitali, obblighi vaccinali, aggressione della proprietà e delle libertà) è routine, per la macchina del consenso del Potere. La faccenda palestinese no, non è routine, è più impegnativa, una vera gatta da pelare, ma è un problema per il quale le soluzioni sono comunque già disponibili e ben rodate.

Perdonatemi se non riesco a vedere il bicchiere mezzo pieno, se… non mi accontento. Sul concetto di “accontentarsi” ritornerò in chiusura, ma fin da ora dico che questo è il nodo cruciale: il Sistema, sapendo che la faccenda palestinese non è più eclissabile, dovrà al contrario pubblicizzarla, addirittura – io prevedo – la sovraesporrà, soprattutto in vista di una soluzione (decisa dal Sistema) che verrà presentata come magnifica, così da averne un ritorno addirittura positivo (a incominciare dalle briciole di un qualche punticino in più alle prossime elezioni).

Cominciamo dai personaggi pubblici (con poche lodevoli eccezioni), che per continuare la loro carriera, rispetto a qualsiasi tema decisivo (green pass,  obbligo vaccinale, distruzione del welfare, guerra in Ucraina, tensione mondiale, questione palestinese appunto) hanno due opzioni: o aderire entusiasticamente al passaparola del Potere, o  essere sordi muti e ciechi come le tre Scimmiette.

Ora… liberi tutti di denunciare, sbandierare, piangere… Cosa avevano prima? Afasia? Un blocco emotivo? Un disorientamento sensoriale come gli speleologi o i sommozzatori?

Io scoprii della Flottilla attraverso un video dello storico Alessandro Barbero (di cui apprezzo il lavoro e ammiro la cultura), che ne pubblicizzava il raduno (a Lisbona, mi pare). Barbero, ricordate? Lui si era espresso – in via teorica – per l’obbligo vaccinale, se non che in un’occasione si era lasciato scappare una critica ai modi un pochino dittatoriali e lesivi dell’autodeterminazione individuale con cui il Governo italiano stava gestendo la questione Covid. Subito mal gliene incolse: attaccato dai giornali, lui che ha rinunciato di fatto all’attività di insegnamento universitario per la carriera di divulgatore, conferenziere e scrittore pop, capìta la malparata che ne sarebbe conseguita, è rientrato subito nei ranghi (e, quanto meno non consentendo di  fare da altoparlante del potere, ha ripiegato sulle tre Scimmiette). E dunque… quel Barbero pubblicizza l’impresa della Flottilla su Youtube, una delle Fortezze di censura del Sistema?

Ciò significa una sola cosa: Yutube vult! E cioè lo vogliono coloro che potrebbero chiudere – o compromettere gravemente - la carriera televisiva e pubblicistica di Barbero.  

Ho citato Barbero per tutti: attori, cantanti, cabarettisti, giornalisti, gente di spettacolo…

Quindi, gente ricattabile/ricattata con la pistola alla tempia ieri è all’improvviso libera di parlare oggi…

Una mente lucida, addestrata al “pessimismo della ragione” dovrebbe essere più felice o più preoccupata?

Tra le due opzioni, io scelgo di ridacchiare amaramente.

Nel 20° congresso del Partito Comunista sovietico, gli oligarchi del Partito guidati da Krushev, che fino a poco prima satellitavano nel sistema di Stalin, la cui melma fuoriusciva dai tombini, si affrettarono a prenderne le distanze, a far fucilare Beria e far pervenire all’Occidente, in primis gli Stati Uniti, una versione ad hoc del Rapporto Segreto sui crimini e le colpe di Stalin… Il mondo doveva sapere sotto che mostro erano stati tenuti!

Ora, liberi tutti di denunciare, sbandierare, piangere… Cosa avevano prima? Afasia? Un blocco emotivo? Un disorientamento sensoriale come gli speleologi o i sommozzatori?

Striscia di Gaza: corridoi angusti chiusi da muri con filo spinato da cui i tiratori israeliani vigilano: il MURO. Le ultime generazioni, e pure quella mia, sono state educate a ogni livello (dal più intellettuale al più pop) a vedere nella metafora del Muro (spesso usata a sproposito mettendo sullo stesso piano Berlino, la Muraglia Cinese, il Vallo di Adriano, la barriera messicana, le zone doganali) la rappresentazione di ciò che è anacronistico, ottuso, discriminatorio, disumano…

Giustamente, i commentatori a cui ho alluso all’inizio hanno notato il cortocircuito del Sistema: non puoi infarcirmi per decenni con l’immaginario del Muro simbolo dell’ingiustizia e poi farmi digerire la Striscia di Gaza…

Quindi? Quindi, la Striscia di Gaza, con i suoi muri materiali dovrà sparire: perché è anacronistica, perché è un bug nel sistema, perché a differenza di assurdità come farsi un tampone per il Covid nel 2025, è un boccone troppo grosso anche per il bi-pensiero dei più strenui e mentalmente ipodotati burattini del Potere.

Attenzione: dovrà sparire il muro-prigione architettonico, non dovrà sparire l’effetto di segregazione e controllo prima ottenuto con il muro… Ma per quello ci sono altri mezzi…

Il boia Bibi Netanyahu parla all’ONU e le delegazioni lasciano l’aula. Bellissimo, certo… Molte Nazioni condannano da tempi non sospetti le violazioni di Israele e chiedono il riconoscimento dello Stato palestinese. Io credo che questo Stato di Palestina si farà, il problema è che Stato sarà. Alle condizioni di chi e sotto la tutela di chi: di Tony Blair?

Israele ha già schedati digitalmente tutti gli occupanti della Striscia, il Mossad ha infiltrati ovunque, ha ucciso militari iraniani tramite cellulari esplosivi… Ha forse bisogno di muri e filo spinato che ormai gli procurano il biasimo di mezzo pianeta quando può essere creato uno Stato di Palestina vassallo-fantoccio, della cui popolazione ha totale schedatura, controllo e virtuale potere di vita e di morte grazie alla sua tecnologia avanzata?

È questo che non mi fa gioire: l’idea che arrivi un’apparente vittoria, dietro cui si cela un orrore chiuso in una scatola bella e infiocchettata, una Palestina un po’ così di cui dovremo accontentarci. Perché dovremo accontentarci e smetterla di rompere i coglioni… (vedi idranti di Trieste…).E il popolo dell’Occidente si accontenterà, la smetterà di rompere i coglioni, e se anche  i palestinesi vivranno in un nuovo inferno, almeno sarà un inferno riconosciuto a livello planetario e noi, che con le nostre bandierine e le nostre lacrime in diretta vi avremo contribuito, potremo andare a dormire con la coscienza pulita… Ancora una volta.