CONSIDERAZIONI RIGUARDANTI IL MOVIMENTO PRO-PALESTINA E L’ATTENZIONE MEDIATICA SULLA “FLOTTILLA”
Persone di cui ho grandissima considerazione, sicuramente
assai più preparate e informate sui fatti di me (lo fanno per professione, in
certi casi) hanno espresso giudizi positivi, di apprezzamento, sul fenomeno
della mobilitazione pro-Palestina, naturalmente sottolineandone limiti, rischi,
caveat, portando argomenti condivisibili
e usando toni che, lo ammetto, mi hanno anche mosso una certa emozione.
Da un lato, il loro principale motivo di soddisfazione è che
il Sistema (Occidente-EU-NATO-lobbies globaliste internazionali a trazione
sionista) non è riuscito a nascondere l’elefante nella stanza della questione
palestinese.
Dall’altro, il principale caveat è il sospetto: il Sistema, non potendo reggere il possente urto,
non può fare altro che cavalcarlo, come un surfista cavalca un’anomala onda
oceanica: così, liberi tutti, ora se ne può parlare…
Io credo che la prospettiva sia assai peggiore, io credo che
il Sistema sia attrezzato (come ci insegna l’agente Smith di Matrix) non solo a
passare la nottata, a limitare i danni, ma ad assorbire ogni anomalia, ogni bug
al programma, a reintegrarlo e ad appropriarsene per controllarlo.
Creare sfogatoi a vicolo cieco, alimentare battaglie su temi
risibili, non-sostanziali (lotta al body shaming, questioni di genere, il
colore dei grembiuli a scuola…) per distrarre e deviare la rabbia da questioni decisive
che invece la meriterebbero (società del controllo, imposizioni digitali,
obblighi vaccinali, aggressione della proprietà e delle libertà) è routine, per
la macchina del consenso del Potere. La faccenda palestinese no, non è routine,
è più impegnativa, una vera gatta da pelare, ma è un problema per il quale le
soluzioni sono comunque già disponibili e ben rodate.
Perdonatemi se non riesco a vedere il bicchiere mezzo pieno,
se… non mi accontento. Sul concetto
di “accontentarsi” ritornerò in chiusura, ma fin da ora dico che questo è il
nodo cruciale: il Sistema, sapendo che la faccenda palestinese non è più
eclissabile, dovrà al contrario pubblicizzarla, addirittura – io prevedo – la sovraesporrà,
soprattutto in vista di una soluzione (decisa dal Sistema) che verrà presentata
come magnifica, così da averne un ritorno addirittura positivo (a incominciare
dalle briciole di un qualche punticino in più alle prossime elezioni).
Cominciamo dai personaggi pubblici (con poche lodevoli
eccezioni), che per continuare la loro carriera, rispetto a qualsiasi tema
decisivo (green pass, obbligo vaccinale,
distruzione del welfare, guerra in Ucraina, tensione mondiale, questione
palestinese appunto) hanno due opzioni: o aderire entusiasticamente al
passaparola del Potere, o essere sordi
muti e ciechi come le tre Scimmiette.
Ora… liberi tutti di denunciare, sbandierare, piangere… Cosa
avevano prima? Afasia? Un blocco emotivo? Un disorientamento sensoriale come
gli speleologi o i sommozzatori?
Io scoprii della Flottilla attraverso un video dello storico
Alessandro Barbero (di cui apprezzo il lavoro e ammiro la cultura), che ne
pubblicizzava il raduno (a Lisbona, mi pare). Barbero, ricordate? Lui si era
espresso – in via teorica – per l’obbligo vaccinale, se non che in un’occasione
si era lasciato scappare una critica ai modi un pochino dittatoriali e lesivi
dell’autodeterminazione individuale con cui il Governo italiano stava gestendo
la questione Covid. Subito mal gliene incolse: attaccato dai giornali, lui che
ha rinunciato di fatto all’attività di insegnamento universitario per la
carriera di divulgatore, conferenziere e scrittore pop, capìta la malparata che
ne sarebbe conseguita, è rientrato subito nei ranghi (e, quanto meno non
consentendo di fare da altoparlante del
potere, ha ripiegato sulle tre Scimmiette). E dunque… quel Barbero pubblicizza l’impresa della Flottilla su Youtube, una
delle Fortezze di censura del Sistema?
Ciò significa una sola cosa: Yutube vult! E cioè lo vogliono coloro che potrebbero chiudere – o compromettere
gravemente - la carriera televisiva e pubblicistica di Barbero.
Ho citato Barbero per tutti: attori, cantanti, cabarettisti,
giornalisti, gente di spettacolo…
Quindi, gente ricattabile/ricattata con la pistola alla
tempia ieri è all’improvviso libera di parlare oggi…
Una mente lucida, addestrata al “pessimismo della ragione”
dovrebbe essere più felice o più preoccupata?
Tra le due opzioni, io scelgo di ridacchiare amaramente.
Nel 20° congresso del Partito Comunista sovietico, gli
oligarchi del Partito guidati da Krushev, che fino a poco prima satellitavano
nel sistema di Stalin, la cui melma fuoriusciva dai tombini, si affrettarono a
prenderne le distanze, a far fucilare Beria e far pervenire all’Occidente, in
primis gli Stati Uniti, una versione ad
hoc del Rapporto Segreto sui crimini e le colpe di Stalin… Il mondo doveva
sapere sotto che mostro erano stati tenuti!
Ora, liberi tutti di
denunciare, sbandierare, piangere… Cosa avevano prima? Afasia? Un blocco
emotivo? Un disorientamento sensoriale come gli speleologi o i sommozzatori?
Striscia di Gaza: corridoi angusti chiusi da muri con filo
spinato da cui i tiratori israeliani vigilano: il MURO. Le ultime generazioni,
e pure quella mia, sono state educate a ogni livello (dal più intellettuale al
più pop) a vedere nella metafora del Muro (spesso usata a sproposito mettendo
sullo stesso piano Berlino, la Muraglia Cinese, il Vallo di Adriano, la
barriera messicana, le zone doganali) la rappresentazione di ciò che è
anacronistico, ottuso, discriminatorio, disumano…
Giustamente, i commentatori a cui ho alluso all’inizio hanno
notato il cortocircuito del Sistema: non puoi infarcirmi per decenni con l’immaginario
del Muro simbolo dell’ingiustizia e poi farmi digerire la Striscia di Gaza…
Quindi? Quindi, la Striscia di Gaza, con i suoi muri
materiali dovrà sparire: perché è anacronistica, perché è un bug nel sistema,
perché a differenza di assurdità come farsi un tampone per il Covid nel 2025, è
un boccone troppo grosso anche per il bi-pensiero dei più strenui e mentalmente
ipodotati burattini del Potere.
Attenzione: dovrà sparire il muro-prigione architettonico,
non dovrà sparire l’effetto di segregazione e controllo prima ottenuto con il
muro… Ma per quello ci sono altri mezzi…
Il boia Bibi Netanyahu parla all’ONU e le delegazioni
lasciano l’aula. Bellissimo, certo… Molte Nazioni condannano da tempi non sospetti
le violazioni di Israele e chiedono il riconoscimento dello Stato palestinese.
Io credo che questo Stato di Palestina si farà, il problema è che Stato sarà. Alle condizioni di chi e
sotto la tutela di chi: di Tony Blair?
Israele ha già schedati digitalmente tutti gli occupanti
della Striscia, il Mossad ha infiltrati ovunque, ha ucciso militari iraniani
tramite cellulari esplosivi… Ha forse bisogno di muri e filo spinato che ormai gli
procurano il biasimo di mezzo pianeta quando può essere creato uno Stato di Palestina
vassallo-fantoccio, della cui popolazione ha totale schedatura, controllo e
virtuale potere di vita e di morte grazie alla sua tecnologia avanzata?
È questo che non mi fa gioire: l’idea che arrivi un’apparente
vittoria, dietro cui si cela un orrore chiuso in una scatola bella e
infiocchettata, una Palestina un po’ così di cui dovremo accontentarci. Perché dovremo accontentarci e smetterla di rompere
i coglioni… (vedi idranti di Trieste…).E il popolo dell’Occidente si
accontenterà, la smetterà di rompere i coglioni, e se anche i palestinesi vivranno in un nuovo inferno,
almeno sarà un inferno riconosciuto a livello planetario e noi, che con le
nostre bandierine e le nostre lacrime in diretta vi avremo contribuito, potremo
andare a dormire con la coscienza pulita… Ancora una volta.
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